Esercizio Funzionale: cos’è?
Definizione di Esercizio Funzionale: cos’è e approccio da seguire
Si può parlare di “funzionale” cominciando ad analizzare l’etimologia della parola stessa.
In tutte le definizioni, e in tutte le relative sfaccettature, viene definito un lavoro funzionale partendo dall’analisi dello scopo, funzionale a…: se a una persona viene assegnato un compito, la persona dovrà possedere una serie skills per svolgere quel determinato compito.
Una volta analizzato lo scopo e le relative skills di cui si necessita per far fronte a quel compito, bisognerà, conseguenzialmente, verificare se la persona in causa “abbia” nel proprio background tutte le skills richieste per il raggiungimento dell’obiettivo. Se nella valutazione del bagaglio culturale (teorico/pratico) il soggetto in questione dovesse risultare carente di una o più skills, l’esecuzione di tutte quelle strategie/manovre per raggiungere lo scopo prefisso sarà sicuramente poco funzionale, se non infruttuoso, e allora bisognerà ricorrere a una preparazione per colmare tali lacune.
Nel corpo umano ogni organo ha una funzione ben precisa da svolgere per consentire all’intero organismo di mantenere uno stato di funzionalità ed efficienza. Ogni organo possiede delle cellule specializzate, le quali devono adempiere costantemente a una serie di compiti (funzioni fisiche-chimiche-elettriche). Più sistemi specializzati formano un apparato che ha una sua propria “funzione”.
Nell’apparato digerente diversi organi sono deputati alla digestione dei cibi che vengono assunti durante i pasti giornalieri.
In termini generali la funzione dell’apparato digerente è quella di assorbire dal cibo tutte quelle sostanze nutrienti necessarie all’organismo. Se un solo organo, o parte di esso, non svolge, per diversi motivi, la propria funzione, l’intero sistema ne risentirà portando a una “disfunzione”.
Vi sono altri mille esempi che si potrebbero fare per spiegare in maniera logica che cos’è e che cosa non è “funzionale”. Si può concludere, in termini ancora molto generali, che un sistema è funzionale quando vi è una condizione di base predisposta a integrare conseguenzialmente ulteriori funzioni o quando vi è un rapporto logico tra la condizione di base del sistema e i compiti a esso assegnati.
La proposta metodologica in questione, per noi, si basa su alcune principali domane a cui bisogna tentare di trovare delle risposte: il soggetto è funzionale ai compiti motori a cui lo si vuole sottoporre o all’obiettivo prefisso? Ha la condizione morfostrutturale, cognitiva, muscolare per poter affrontare il compito motorio/prestazione? I mezzi e i metodi selezionati sono funzionali al raggiungimento dell’obiettivo? L’obiettivo, razionalmente, è funzionale a sua volta al soggetto e ai mezzi e metodi selezionati?
Approccio Esercizio Funzionale
Contestualizzando tali concetti, secondo l’approccio di Esercizio Funzionale®, per poter rispondere alle domande di cui sopra, bisogna partire da un’analisi di partenza. Per comprendere se un soggetto, che si stia parlando di un atleta professionista o di un amatoriale, di una persona che svolge delle attività motorie allenanti per mantenere uno stato di salute, o ancora prendendo in
considerazione un soggetto che svolge delle attività lavorative quotidiane, sia realmente funzionale ai compiti da svolgere, bisogna valutare ogni aspetto che lo contraddistingue.
Vanno valutati i seguenti aspetti/profili:
- Cognitivo (intelletto motorio).
- Antropometrico.
- Meccanicistico (osteoarticolare).
- Chinesiologico (muscolare).
- Neurofisiologico (sensitivo-sensoriale-motorio).
- Cardio-respiratorio.
- Endocrino.
- Metabolico.
Oggi è possibile avvalersi di molteplici metodiche valutative, per individuare le condizioni dei vari profili che definiscono lo stato di un soggetto, come per esempio i test sulla flessibilità o di forza operatore-dipendenti. Le potremmo definire dirette (esempio test sulla flessibilità degli hamstring, test di forza per gli adduttori, ecc.), oppure di metodiche valutative, che potremmo definire
indirette, con l’utilizzo di strumentazioni (pedane baropodometriche, metabolimetri, accelerometri, ecc.).
Nota: per semplificazione, non esente da errori, definiamo metodiche valutative dirette (o test da campo) tutte quelle metodiche che vedono un contatto/rapporto diretto tra l’operatore e il soggetto sottoposto a valutazione senza l’utilizzo di attrezzature. Definiamo, con altrettanta discutibilità, le metodiche valutative indirette quelle metodiche che possono essere effettuate con l’ausilio/utilizzo delle strumentazioni.
Test diretti
I test diretti (o da campo), come sopra descritto non necessitando di strumentazioni particolari e possono essere facilmente eseguiti. La facilità di collocazione di questi test valutativi, in termini di ambienti, è direttamente proporzionale alla difficoltà di esecuzione perché richiedono un’estrema esperienza da parte dell’operatore per costruire un “occhio clinico” che permetta di essere sensibile alla lettura dei vai punti di riferimento e, ancor prima, necessitano di un’ottima preparazione accademico-culturale (anatomia topografica e funzionale, fisiologia articolare, neurofisiologia, biomeccanica, ecc.).
Test indiretti
I test indiretti, sempre come descritto precedentemente, sono eseguiti con l’ausilio della tecnologia/strumentazione che permette, grazie ai molteplici sensori di cui dispongono le varie attrezzature e ai diversi processi algoritmici/matematici da parte dei software, una rilevazione dei relativi parametri/valori e che comunque necessitano sempre di una di un’ottima preparazione accademica ma anche di una buona conoscenza delle strumentazioni in questione.
Il concetto di funzionalità, secondo l’approccio metodologico proposto, si traduce in una programmazione e costruzione di un processo allenante basato su un’analisi di tutte i parametri rilevabili dalle metodiche sopra citate.
È ovvio che ogni operatore, in relazione alla propria estrazione accademica, culturale e professionale, potrà e dovrà utilizzare ciò di cui dispone in un determinato momento per poter valutare. È altrettanto logico, o almeno così dovrebbe essere per noi, che qualora non si disponesse di una determinata skill o attrezzatura o competenza per una metodica valutativa, ci si può avvalere
dell’approccio multidisciplinare che si traduce in una collaborazione con la figura professionale maggiormente congeniale alle esigenze a cui ci si può trovare di fronte. L’analisi, la valutazione e la razionalizzazione creano la condizione per poter ragionare su cosa, dove e come fare per intervenire funzionalmente, in funzione di.
Le esigenze professionali sono quelle di insegnare, sviluppare o ripristinare una determinata capacità o condizioni necessarie a un individuo per svolgere le proprie attività quotidiane nel miglior modo possibile, evitando la percezione di disagio psico-fisico nelle varie funzioni svolte (Bartolucci, 2019). Per ovvie ragioni prettamente didattiche, non possono essere discusse all’interno di questo testo tutte le metodologie valutative e per le quali si invita il lettore ad approfondire tali argomentazioni. Qualsiasi metodo si completa con la razionalità e le conoscenze trasversali dell’operatore.
Tutti gli approfondimenti sono presenti nel libro Esercizio Funzionale del dott. Paolo Bartolucci.